È vero che i dolcificanti fanno male? Ecco cosa sapere in merito
Tra miti e realtà: scopriamo se i dolcificanti fanno davvero male
Negli ultimi anni, i dolcificanti, noti anche come edulcoranti, sono stati al centro di numerosi dibattiti: mentre per alcuni rappresentano un’alternativa salutare e utile allo zucchero, per altri sono associati a effetti negativi sulla salute. Ma i dolcificanti fanno male davvero, o si tratta di pareri personali non supportati dalla scienza?
Per capirlo, è importante analizzare cosa sono, come funzionano e quali benefici o potenziali rischi possono comportare: una maggiore consapevolezza aiuta a fare scelte alimentari più informate e a integrare gli edulcoranti nella dieta in modo equilibrato.
Scopriamo quindi di più su questi sostituti dello zucchero!
Ecco cosa sono i dolcificanti, come funzionano e i loro benefici
I dolcificanti sono sostanze utilizzate per conferire dolcezza agli alimenti e alle bevande con un apporto calorico ridotto o nullo rispetto al normale zucchero, e si dividono in due principali categorie:
- Naturali, come la stevia e l’eritritolo, che provengono da fonti vegetali.
- Artificiali, come l’aspartame e il sucralosio, prodotti in laboratorio per offrire un’alternativa dolcificante più stabile e versatile.
In realtà, questa distinzione tra dolcificanti naturali e artificiali è meramente conoscitiva, poiché, a livello chimico e dei loro effetti sull’organismo, non vi sono differenze significative tra le due classi
Una caratteristica chiave, invece, degli edulcoranti è il loro potere dolcificante, cioè la capacità di addolcire rispetto al saccarosio (lo zucchero comune). Alcuni, come l’aspartame, hanno un potere dolcificante fino a 200 volte superiore, il che significa che è sufficiente una quantità minima per ottenere lo stesso risultato che si avrebbe con una dose molto più alta di zucchero da tavola. Non sono del tutto a-calorici, ma vengono usati in dosi così ridotte che il loro apporto è trascurabile, inferiore a una caloria ogni 100 grammi (o millilitri per le bevande) dell’alimento che li contiene. Altri edulcoranti, come l’eritritolo, hanno un potere dolcificante simile a quello dello zucchero e vengono impiegati in quantità comparabili, ma hanno un impatto calorico quasi nullo perché non vengono assorbiti completamente dall’organismo.
Per quanto riguarda i benefici derivanti dall’utilizzo dei dolcificanti, sono da evidenziarne principalmente due, ovvero:
- Il controllo del peso. Sono un valido aiuto per chi cerca di ridurre l’apporto energetico e mantenere il peso forma poiché forniscono pochissime o nessuna caloria.
- L’impatto glicemico minimo. Non provocano picchi glicemici, e sono quindi adatti a persone con diabete o insulino-resistenza.
Grazie a queste proprietà, i dolcificanti sono spesso inclusi in regimi alimentari specifici, come la dieta chetogenica, per mantenere uno stile di vita sano senza rinunciare al piacere del dolce.
I presunti rischi dei dolcificanti: cosa dice la scienza
Nonostante i benefici, c’è chi afferma che i dolcificanti fanno male, e il loro utilizzo tra la popolazione è accompagnato da alcune preoccupazioni, spesso legate a disinformazione o interpretazioni incomplete degli studi scientifici. Tra i possibili effetti negativi segnalati, uno dei più discussi riguarda l’aspartame, accusato di essere cancerogeno.
L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC) ha inserito l’aspartame nel gruppo dei “possibili cancerogeni per l’uomo” (gruppo 2B): questo gruppo, però, comprende prodotti o sostanze per cui le evidenze di rischio sono limitate agli studi sugli animali, mentre le ricerche sull’uomo non hanno riscontrato correlazioni o prove significative circa un presunto legame diretto tra l’aspartame e il rischio di cancro. Infatti, le principali autorità sanitarie, come l’EFSA e la FDA, continuano a considerare l’aspartame sicuro se consumato entro la dose giornaliera accettabile (ADI), che è comunque pari a 40 mg per kg di peso corporeo: per superare questa quantità, una persona di 70 kg dovrebbe consumare circa 15-20 lattine di una bevanda dietetica al giorno.
Anche le preoccupazioni relative al microbiota intestinale sono ancora oggetto di studio. Sebbene alcuni edulcoranti, se assunti cronicamente o in quantità importanti, possano effettivamente influire sulla composizione del microbiota, non ci sono prove sufficienti per trarre conclusioni definitive.
Il punto centrale è l’equilibrio: consumare dolcificanti in quantità moderate e all’interno di una dieta bilanciata è considerato sicuro per la maggior parte delle persone, e gli studi in corso aiuteranno a chiarire ulteriormente il loro impatto a lungo termine.
Scopri come integrare correttamente i dolcificanti nella tua dieta
Abbiamo visto che, in realtà, i dolcificanti non fanno male se assunti in maniera controllata e, anzi, possono essere uno strumento utile per mantenere uno stile di vita sano e gustoso. L’importante è che il regime alimentare seguito sia stato pianificato in maniera corretta ed equilibrata da professionisti della nutrizione. Ecco perché Eat&Diet, azienda esperta nella produzione di alimenti chetogenici, collabora con medici, nutrizionisti e dietologi: i nostri esperti stileranno per te una dieta personalizzata e basata sulle tue reali esigenze.
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