Alimentazione e salute: la dieta chetogenica per trattare l’epilessia

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Dieta chetogenica ed epilessia: un legame supportato dalla scienza

L’alimentazione gioca un ruolo fondamentale nella gestione di molte condizioni di salute, e l’epilessia non fa eccezione. Sebbene il trattamento farmacologico rimanga la terapia principale, negli ultimi decenni la dieta chetogenica ha dimostrato di essere un’opzione valida per ridurre la frequenza e l’intensità delle crisi, specialmente nei pazienti resistenti ai farmaci.

Questo approccio alimentare, nato negli anni ’20 come alternativa terapeutica, è oggi supportato da numerosi studi scientifici. Il suo principio si basa sulla drastica riduzione dei carboidrati a favore dei grassi, portando il corpo in uno stato di chetosi, un meccanismo naturale che modifica il modo in cui l’organismo utilizza l’energia.

Ma come può un semplice regime nutrizionale aiutare a contrastare una malattia neurologica? Scopriamolo insieme, analizzando la relazione che intercorre tra dieta chetogenica ed epilessia.

 

Ecco gli effetti neuroprotettivi della dieta chetogenica

Per comprendere il legame tra epilessia e dieta chetogenica, è importante sapere come il cervello utilizza l’energia: normalmente, il sistema nervoso centrale dipende quasi esclusivamente dal glucosio come carburante; tuttavia, in assenza di carboidrati, il fegato avvia un processo denominato chetosi che porta alla produzione dei corpi chetonici, ovvero molecole derivate dai grassi che diventano la principale fonte di energia.

Numerosi studi hanno dimostrato che questo cambiamento metabolico può avere un effetto neuroprotettivo, grazie a diversi meccanismi:

  • Riduzione dell’eccitabilità neuronale. I corpi chetonici modulano l’attività elettrica del cervello, rendendo meno probabili le scariche epilettiche, un fenomeno che caratterizza questa condizione.
  • Miglioramento del metabolismo cerebrale. Fornendo un’energia più stabile rispetto al glucosio, riducono gli sbalzi energetici che possono contribuire all’insorgenza delle crisi.
  • Effetto antinfiammatorio e antiossidante. La dieta chetogenica sembra ridurre lo stress ossidativo e l’infiammazione a livello cerebrale, entrambi fattori spesso collegati all’epilessia e a disturbi neurologici più ampi.
  • Aumento del GABA. Favorisce la produzione di questo neurotrasmettitore inibitorio, che aiuta a bilanciare l’attività neuronale e a prevenire crisi epilettiche.

Questi effetti rendono la dieta chetogenica una strategia efficace, in particolare per chi non risponde alle terapie farmacologiche tradizionali. Uno degli studi più influenti sull’argomento è la revisione sistematica pubblicata su Seizure nel 2006 da J. Keene, che ha analizzato l’efficacia della dieta chetogenica nei bambini con epilessia farmacoresistente: i risultati hanno mostrato che fino al 50% dei pazienti trattati con questa dieta ha ottenuto una riduzione significativa delle crisi. Questi e tanti altri dati supportano l’utilizzo della dieta chetogenica come strumento terapeutico complementare alla terapia farmacologica tradizionale, sia in caso di epilessia che di altre patologie, come, ad esempio, in caso di insulino-resistenza.

 

Come seguire una dieta chetogenica per epilessia in modo sicuro?

L’adozione di un’alimentazione chetogenica a scopo terapeutico non è un processo da improvvisare. A differenza delle versioni più flessibili utilizzate per la perdita di peso o per migliorare la performance fisica, la dieta chetogenica per epilessia segue protocolli specifici per garantire risultati ottimali e minimizzare i rischi.

Vediamo, quindi, gli elementi chiave di una dieta chetogenica impostata per sostenere le cure contro gli attacchi epilettici:

  • Supervisione medica obbligatoria. Partiamo subito col dire che il protocollo deve essere seguito sotto il controllo di un neurologo e un nutrizionista specializzato in terapie alimentari, e che è assolutamente sconsigliato, per evitare impatti negativi sulla propria salute, adottare diete improvvisate.
  • Rapporto macronutrizionale rigido. Nel contesto terapeutico, questo regime alimentare prevede un rapporto ben preciso nell’assunzione dei macronutrienti, ovvero 4:1 con 4 parti di grassi per ogni parte di proteine e carboidrati combinati. Questo significa che circa il 90% dell’apporto calorico proviene dai lipidi, con pochissimi zuccheri.
  • Monitoraggio costante della chetosi. È fondamentale misurare regolarmente i livelli di chetoni nel sangue o nelle urine per assicurarsi che l’organismo stia utilizzando i grassi come principale fonte energetica e ottimizzare il dosaggio della dieta.
  • Adattamento graduale. L’inizio della dieta deve essere progressivo per permettere al corpo di adattarsi al nuovo metabolismo senza effetti collaterali eccessivi, come la “keto flu”, una condizione caratterizzata da affaticamento, nausea e mal di testa temporanei.

A proposito di effetti collaterali, uno studio pubblicato su Pediatrics da Kossoff et al. (2009) ha analizzato i progressi nell’uso della dieta chetogenica nell’ultimo decennio, e ha evidenziato come le moderne versioni del regime alimentare in questione siano più facili da seguire e abbiano minori conseguenze indesiderate rispetto ai protocolli più restrittivi adottati in passato.

Ma per ridurre al minimo le probabilità di qualsiasi effetto nocivo, come è stato già detto, è necessario rivolgersi a medici e nutrizionisti esperti.

 

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Abbiamo visto che seguire una dieta chetogenica adatta per l’epilessia richiede una pianificazione attenta e un supporto professionale, sia per garantire il giusto equilibrio nutrizionale che per adattarla alle esigenze individuali. Ecco perché Eat&Diet, azienda esperta nella produzione di alimenti chetogenici, collabora con medici, nutrizionisti e dietologi in grado di delineare un percorso nutrizionale basato sulle tue reali necessità.

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